Il digitale cambia i paradigmi della formazione, offre metodi e approcci originali per formare cittadini più consapevoli, dà nuove opportunità per superare limiti fisici o temporali. Il Progetto di ricerca La Città Educante, che si conclude oggi con un convegno promosso da AlmavivA e Rai presso la sede del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), ha introdotto l’utilizzo delle nuove tecnologie nell’elaborazione di modelli innovativi di insegnamento e apprendimento, in una logica di inclusione sociale.
Cofinanziato dal Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca, il progetto, avviato nel 2014 e terminato nel 2018, fa parte del cluster “Tecnologie per le Smart Communities”. E’ stato guidato da AlmavivA ed ha coinvolto la Rai e i dipartimenti del CNR di Ingegneria, ICT e Tecnologie per l’Energia e i Trasporti (DIITET) e di Scienze Umane e Sociali, Patrimonio Culturale (DSU). Nel partenariato sono presenti la Fondazione Reggio Children – Centro Loris Malaguzzi, le Università degli studi di Modena e Reggio (Unimore) e di Trento (UniTrento), nonché un’associazione temporanea d’impresa coordinata da NetResults. Rai, con il coordinamento della Direzione Qualità e Pianificazione, ha contribuito al progetto con contenuti audiovisivi rielaborati allo scopo ad alta qualità e con applicazioni multimediali.
“La Città Educante” ha portato alla realizzazione di nuovi percorsi e strumenti formativi che hanno reso partecipi bambini, ragazzi, adulti e anziani come soggetti di life-long-learning, insegnanti, dirigenti scolastici, coordinatori pedagogici e professionisti ICT. Le esperienze sono state illustrate nel corso del convegno e rappresentate nello spazio multimediale allestito nella sede del CNR a dimostrazione del valore innovativo e dell’efficacia dei modelli sperimentati.
Le tappe del progetto, descritte anche in un libro presentato al convegno, dal titolo “La Città Educante – Metodologie e tecnologie innovative a servizio delle Smart Communities” (Liguori Editore), sono diverse: dall’esplorazione di ambienti sostenuti da tecnologie digitali, come l’orto tecnologico nelle scuole dell’infanzia e primarie di Reggio Emilia, alla sperimentazione del “sistema d’aula” per la trasmissione e registrazione delle lezioni presso la scuola dell’infanzia comunale Rosa Agazzi di Pisa; dai percorsi interattivi supportati dall’ICT per la comprensione della matematica attraverso il problem solving nelle scuole di Torino, all’applicazione di strumenti per favorire l’apprendimento e contrastare l’abbandono nei primi anni di studio accademico presso l’Università di Trento. E ancora, dall’uso di giochi digitali per l’acquisizione di abilità di base nella scuola primaria, all’uso della tecnologia per favorire un invecchiamento attivo, fino ai sistemi didattico-tecnologici per il potenziamento cognitivo di bambini con disabilità intellettiva e autismo.