Partiranno tra maggio e giugno i lavori per la realizzazione della connessione Internet a banda ultra larga nelle cosiddette “aree bianche a fallimento di mercato” del Piemonte.
Il Piano nazionale per la banda ultralarga nelle aree bianche mira a risolvere il problema del digital divide garantendo la copertura ad almeno 100 Mbps fino all’85% della popolazione italiana, la copertura ad almeno 30 Mbps garantita alla totalità della popolazione italiana, la copertura ad almeno 100 Mbps di sedi ed edifici pubblici (scuole e ospedali in particolare).
Per il raggiungimento di tali obiettivi Infratel Italia, società pubblica istituita per favorire la digitalizzazione del Paese, ha avviato un piano di attività che ha previsto una gara per la selezione di un operatore in grado di realizzare e successivamente gestire l’infrastruttura passiva per la diffusione dei servizi a banda ultra larga. L’operazione è resa possibile dall’utilizzo di fondi nazionali, europei (FESR-Fondo europeo di sviluppo regionale e FEASR-Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale) e regionali. Durante l’incontro nella sede della Città Metropolitana i rappresentanti della società Open Fiber, aggiudicataria della seconda gara per la realizzazione delle nuove reti, i funzionari di Infratel e quelli regionali hanno illustrato il quadro degli interventi e fornito chiarimenti di tipo tecnico e amministrativo.
I Comuni piemontesi interessati alla prima fase degli interventi sono 132 con una popolazione di quasi 300.000 abitanti. Le fonti di finanziamento pubbliche per la banda ultra larga in Piemonte nelle aree bianche a fallimento di mercato ammontano complessivamente a 284 milioni di Euro, così ripartiti: 195 milioni di fondi europei PAR FSC, 44,3 milioni di fondi POR FESR e 45,6 di fondi POR FEASR. A queste risorse si aggiungeranno altri 200 milioni di Euro di investimenti privati.
Dopo la firma del contratto con Open Fiber e dopo l’approvazione del progetto definitivo da parte di Infratel, l’aggiudicatario dovrà redigere il progetto esecutivo entro sessanta giorni e dare successivamente avvio ai lavori di infrastrutturazione. Nelle prossime settimane è prevista una serie di sopralluoghi nei territori interessati alla redazione dei progetti esecutivi, con l’obiettivo di individuare infrastrutture pubbliche o private riutilizzabili per la posa della fibra ottica: ad esempio impianti dell’illuminazione pubblica, sottoservizi, ecc.
Si dovranno anche individuare spazi o aree idonee ad ospitare le varie strumentazioni e verificare i vincoli da rispettare. L’intervento sulla banda ultra larga è piuttosto complesso, soprattutto per la mole di autorizzazioni necessarie: Infratel ne ha calcolate circa novemila solo in Piemonte. La concertazione territoriale con tutti gli attori pubblici e privati interessati, in questo caso, è veramente una conditio sine qua non dell’intero processo. Il piano regionale sulla banda ultra larga mira anche alla salvaguardia e valorizzazione degli investimenti già attuati, alla tutela e valorizzazione dei piccoli operatori locali (che avranno pari opportunità di accesso) e allo stimolo alla domanda, attraverso la diffusione dei servizi regionali digitali. La rete realizzata sarà data in concessione per vent’anni all’aggiudicatario e rimarrà di proprietà pubblica.